La stimolazione cerebrale profonda, che prevede l'inserimento di un elettrodo in un punto preciso del cervello collegato a un generatore di impulsi, aiuta a ottenere una riduzione temporanea, ma significativa, dei sintomi più evidenti della malattia di Parkinson, come i tremori nei movimenti. Il motivo del funzionamento di questa tecnica è rimasto a lungo poco chiaro, ma un nuovo studio sembra indicare che la stimolazione cerebrale profonda incrementi e fortifichi i mitocondri, i minuscoli organi cellulari che producono energia, riattivando i neuroni danneggiati. Lo studio è stato condotto da ricercatori dell'Imperial College of London.
(Sintesi redatta da: Mamini Marcello)