L'articolo contiene una analisi delle abitudini alimentari degli anziani, realizzata attraverso una ricerca che fornisce un’ampia descrizione delle caratteristiche, degli elementi critici ma anche delle opportunità vissute dagli anziani in questi anni di crisi economica. Promossa dallo Spi Cgil in collaborazione con Auser e – per l’analisi dei dati – con la Fondazione Di Vittorio, per la somministrazione dei questionari si è avvalsa della rete territoriale del sindacato dei pensionati. Nei luoghi che gli anziani sono soliti frequentare: centri sociali, sedi sindacali, servizi fiscali e di consulenza, altri spazi pubblici sono stati raccolti circa 11.000 questionari ma solo i più completi (7241) sono stati analizzati, armonizzando tra loro i contributi dei vari territori. La ricerca ha evidenziato che le abitudini e i consumi alimentari degli anziani sono condizionate dalle situazioni sociali ma anche dalla collocazione territoriale degli intervistati; a diverse zone del Paese corrispondono diversi panieri di alimenti nella dieta quotidiana, diverse possibilità di accesso alla rete commerciale, legami positivi o meno tra alimentazione e prevenzione. Allo stesso tempo, anche i soggetti contano, e cioè le differenze culturali, di genere, le motivazioni e le aspettative, il livello di istruzione, le relazioni di convivenza e di vicinato. Agire su questi elementi può anche tradursi in cambiamenti a costo zero, per quanto le maggiori risorse si concentrino soprattutto tra le persone più istruite, coniugate, tra le donne, e tra chi vive nelle città più grandi: maggiori informazioni, occasioni di formazione, approcci nutrizionali equilibrati, varietà e mobilità nell’accesso al territorio.
(Sintesi redatta da: Antonella Carrino)