Le previsioni riguardanti il numero di persone anziane che soffriranno di demenza nel 2050 suscitano frequentemente annunci allarmistici, preannunciando uno "tsunami" di casi che sommergeranno le famiglie e gli operatori sanitari, che imporrebbe un onere finanziario insostenibile per la società. Al fine di prevenire questa "crisi della demenza", la posizione biomedica dominante considera che sia necessario impiegare il massimo dei mezzi nella ricerca neurobiologica, effettuare diagnosi e trattamenti farmacologici, per cercare di ritardare e infine sconfiggere la malattia. Questo libro si propone di spiegare il contesto sociale e culturale nel quale si è sviluppato questo approccio biomedicale intorno alla demenza; demenza che ha generato una eccessiva medicalizzazione della terza età. Questo libro difende un avvicinarsi umanitario nei confronti dell'invecchiamento e si conclude con una serie di riflessioni sui diritti delle persone anziane.
(Sintesi redatta da: Nardinocchi Guido)