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Cazzola Giuliano

Pensionati e giovani: i veri pericoli nascosti dal pessimismo dei numeri

www.ilsussidiario.net, 26-11-2019

Pensionati e giovani: i veri pericoli nascosti dal pessimismo dei numeri

La ricerca dello Spi-Cgil, della Fondazione Di Vittorio e della società Tecnè, intitolata  “sogni e  bisogni dei pensionati” induce ad alcune riflessioni sulla reale situazione di benessere degli italiani.

Il ragionamento che emerge fornisce una lettura dei dati nella logica del bicchiere mezzo vuoto. Si può anche fornirne una interpretazione opposta , suggerisce Cazzola:" Sarà certo preoccupante che un 21% degli intervistati ritenga che la sua condizione economica personale sia deteriorata, ma è pur sempre vero che un 79% la giudica stabile. Una valutazione sostanzialmente analoga riguarda la percezione  dell’andamento della situazione economica generale del Paese, di cui solo il 22% intravvede un ulteriore peggioramento". 

Anche quando il Rapporto si proietta sul futuro fa emergere una vena di pessimismo che non corrisponde sempre ai dati. Se il 91% dei soggetti che hanno preso parte alla ricerca ritiene infatti che la situazione economica della propria famiglia resterà invariata (a fronte di un 80% con lo stesso giudizio sull'Italia in generale), a Cazzola sembra difficile sostenere, come commenta il rapporto, che tra i pensionati prevalgano i pessimisti sugli ottimisti. 

Sembra poi che lo studio della Spi Cgil trascuri i cambiamenti intervenuti nella struttura sociale del Paese. In 20 anni il reddito medio degli over 65 (in larga parte pensionati) è cresciuto di 18 punti; quello degli under 34 è diminuito di 11 punti. La quota di ricchezza detenuta dagli anziani è aumentata del 60%, mentre è calata di altrettanto per gli under 34 . Eppure l’84% delle prestazioni assistenziali – quelle di contrasto alla povertà – è riservato agli anziani. Vi è stata, quindi, una vera e propria redistribuzione della ricchezza tra le differenti fasce di popolazione.

Non è un caso che il 35,7% dei pensionati dichiari di sostenere economicamente un parente stretto, quasi sempre un figlio, peraltro con un trend  omogeneo in tutta la penisola. Un ruolo che, per la ricerca, va oltre quello del tradizionale welfare informale e diventa un ammortizzatore economico che vale tra gli 8 e i 10 miliardi di euro ( più dell’onere del reddito di cittadinanza!).

Luca Ricolfi in un suo recente saggio (“La società signorile di massa”) sostiene una tesi alternativa a quella più in voga per la quale sono gli anziani ad "aver rubato il futuro ai giovani”. L’altra faccia della medaglia è che oggi – grazie alla ricchezza accumulata dai genitori e dai nonni – sono molti più di ieri i giovani che possono permettersi di non fare nulla. Questi i dati su cui si basa Ricolfi: fatto 100 il numero dei residenti con almeno 15 anni, gli italiani che lavorano sono il 39,9% quelli che non lavorano il 52,2% mentre gli stranieri il 7,9%. Più di un over 14 su due non lavora. Per quanto riguarda la persone sopra la soglia di povertà, si tratta nell’87% dei casi di residenti, nel 94% dei casi cittadini italiani. Paradossalmente, per Ricolfi,  il racconto vittimistico, oggi prevalente, potrebbe diventare una profezia che si autorealizza.

(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)

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Autore (Cognome Nome)Cazzola Giuliano
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LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2019-11-26
Numero
Fontewww.ilsussidiario.net
Approfondimenti Onlinewww.ilsussidiario.net/news/pensionati-e-giovani-i-veri-pericoli-nascosti-dal-pessimismo-dei-numeri/1953215/
Subtitolo in stampawww.ilsussidiario.net, 26-11-2019
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)
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Cazzola Giuliano
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Parole chiave: Patrimonio: investimenti, assicurazioni, problemi economici Rapporti intergenerazionali Ricerca