Secondo gli ultimi dati Inps, i pensionati italiani che vivono all'estero sono poco più di 350mila, il 2,6% di 17,7 milioni. Ricevono circa 1,5 miliardi di euro, divisi in circa 165 Paesi. Nel 2022, ultimo dato certificato, il numero di pensionati che si sono trasferiti altrove è aumentato di quasi l'11%, Spagna, Tunisia, Portogallo e Bulgaria sono le mete privilegiate. In molti casi sono le agevolazioni fiscali a invogliare i pensionati a trasferire la residenza oltre i confini nazionali: da oltre il 40 % di tasse in Italia, a (quasi) zero altrove.
Negli ultimi anni si è messa in moto una vera e propria "macchina commerciale" costituita da agenzie che operano sia a livello nazionale e internazionale, proponendo ai pensionati diverse mete economicamente e fiscalmente più vantaggiose. Negli ultimi anni ai paesi si sono aggiunti anche la Romania (+133,9%) e il Portogallo (+128,3%). Nel primo caso si è passati dai 3.317 pensionati con cittadinanza italiana del 2018 ai 7.757 del 2022.
Nel secondo caso l'incremento ha visto passare il valore assoluto da quota 1.547 a più di 3.500 italiani. In Tunisia negli ultimi cinque anni, il loro numero è passato da 836 nel 2018 a quasi 1.800 a fine 2022 (+113,5%), merito di una particolare agevolazione che consente di essere tassati solo sul 20% della propria pensione lorda (con una tassazione effettiva del solo 5%).
E tale agevolazione è valida anche per gli ex dipendenti pubblici (pensioni ex Inpdap). L'Inps evidenzia in una nota i motivi che portano i pensionati a trasferirsi all’estero: «Si riscontrano la scarsa crescita economica del Paese Italia, il livello insufficiente delle pensioni in relazione al costo della vita, la severità del regime fiscale e l'inadeguatezza dei servizi alla persona».
(Sintesi redatta da: Zanetti Silvio)