Governo e sindacati al lavoro sul dossier previdenziale per trovare un'alternativa a Quota 100, che terminerà la sperimentazione a fine 2021.
Si cercano nuove misure più eque, poiché, come emerge dai dati Inps, Quota 100 ha favorito solo gli uomini e i lavoratori pubblici che hanno avuto carriere continue. Inoltre fra un anno lo stop promette di produrre effetti ingiusti con uno scalone di 5 anni nei confronti di chi non potrà andare in pensione sfruttando questa finestra.
Per questo il governo sta vagliando la possibilità di un'uscita anticipata a 64 anni di età con un mimino di 38 anni di contributi accettando un taglio del 2,8-3% della parte di pensione calcolata con il calcolo contributivo (modello introdotto nel 1996 per tutti i lavoratori) per ogni anno che serve per raggiungere quota 67 anni. E' un'opzione favorevole per i lavoratori più maturi e ormai prossimi al riposo. Altrimenti si potrebbe pensare a uscite flessibili, calcolando l'assegno interamente con il contributivo.
Tra le misure allo studio anche un doppio binario per favorire chi esercita professioni gravose. L'idea è di consentire l'uscita anticipata a 62 anni e 36 di contributi, con una penalizzazione ridotta o nulla, a chi oggi usufruisce dell'Ape social.
Per ora sono 15 le categorie ricomprese nella lista delle professioni gravose.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)