I matrimoni di comodo sono stati per anni considerati una sottospecie di piaga per la nostra società.
Nel 2011 era stato deciso, infatti, di decurtare una parte della pensione di reversibilità per cercare di combattere il fenomeno che stava via via prendendo sempre più piede: moltissimi anziani convolavano a nozze con persone molto più giovani di loro e queste, alla loro morte, andavano a beneficiare della pensione di reversibilità per tutta la loro lunga vita con un onere non indifferente per le casse pubbliche.
Con questo decreto, più precisamente il decreto legge 98/2011, si stabiliva, quindi, che di fronte ad un matrimonio tra un ultrasettantenne ed una persona di almeno vent’anni più giovane, alla morte del coniuge questa avrebbe percepito solamente circa il 60% della pensione di reversibilità.
Inoltre, per un matrimonio con differenza d’età maggiore di venti anni e con una durata inferiore ai 10 anni, dal 2012 si sono applicati tagli del 10% per ogni anno mancante alla decade.
Ora i giudici della Corte Costituzionale hanno deciso che questa norma è da considerarsi illegittima e non scatterà più alcuna decurtazione.
(Fonte: tratto dall'articolo)