L’adeguamento delle pensioni al costo della vita è tornato ieri di fronte alla Corte Costituzionale che ha respinto le censure di incostituzionalità del decreto-legge n. 65 del 2015 .Chiamato “bonus Poletti”, rispetto al precedente blocco del recupero del costo della vita sulle pensioni, questo decreto stabilì tale recupero solo per alcuni trattamenti. Ciò è avvenuto nella misura del 100% per gli assegni fino a 3 volte il minimo Inps (circa 1.450 euro), del 40% per quelli tra 3 e 4 volte il minimo, del 20% per quelli tra 4 e 5 volte e del 10% per quelli tra il 5 e 6 volte. Chi percepiva pensioni superiori a 6 volte il minimo non c'era alcuna perequazione. Le questioni poste alla Consulta riguardavano due filoni principali: l’esclusione dalla rivalutazione per le pensioni oltre 6 volte il minimo e la rivalutazione non integrale per gli altri trattamenti pensionistici. Per la Corte Costituzionale ( diversamente dalle disposizioni del “Salva Italia” annullate con sentenza n.70 del 2015) la nuova e temporanea disciplina prevista dal decreto-legge n. 65 del 2015 “realizza un bilanciamento non irragionevole tra i diritti dei pensionati e le esigenze della finanza pubblica”.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)