Quasi 340 mila anziane venete (circa la metà delle 666 mila pensionate presenti nella Regione) vivono con meno di mille euro lorde al mese.
Il 10% di loro (circa 70 mila pensionate) deve accontentarsi di un assegno inferiore ai 500 euro mensili. Per gli uomini invece "solo" uno su quattro (circa 140 mila persone) riceve un assegno inferiore ai mille euro e fra questi il 6,8% deve accontentarsi di un'entrata inferiore ai 500 euro. Nelle fasce di reddito più alte, le pensioni lorde sopra i 2 mila euro arrivano in tasca al 26% degli uomini e al 10% delle donne.
I dati sono elaborati dallo Spi del Veneto e confermano ciò che si riflette anche a livello nazionale ed europeo. La povertà in aumento, riguarda soprattutto giovani e anziani, in particolare donne.
Rita Turati, segretaria generale dello SPI CGIL del Veneto, propone il riconoscimento del lavoro di cura, considerando che le donne sono state particolarmente penalizzate dalla legge Fornero che non ha tenuto conto del ruolo da loro svolto nel lavoro di cura in particolare degli anziani, che supplisce alle carenze del sistema del welfare. Dunque - conclude Turati - è necessario che venga esteso e potenziato, il riconoscimento delle contribuzioni figurative per i periodi di congedo parentale e per i periodi in cui, donne o uomini, si dedicano al lavoro di cura e assistenza di famigliari disabili gravi.
(Sintesi redatta da: Evelina Mayer)