Giungono a proposito i dati 2018 del Casellario Centrale dei pensionati INPS elaborati dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali. Sono contenuti nel Settimo Rapporto sul Bilancio del Sistema Previdenziale italiano e offrono alcuni spunti di riflessione per il tavolo di confronto sulle pensioni fra Governo e Sindacati appena avviato.
Nel 2018, il 67,2% dei pensionati ha percepito 1 prestazione, quasi 1 pensionato su 4 (24,8%) ha riscosso 2 prestazioni, il 6,7% 3 prestazioni e l’1,3% addirittura 4 o più prestazioni.
Se la spesa pensionistica sembra sotto controllo (225,5 miliardi nel 2018), quella solo assistenziale ha una dimensione insostenibile. I beneficiari di prestazioni totalmente o parzialmente assistite, si legge nello studio, sono 7.889.693 e coinvolgono il 49,3% dei pensionati.
Per Alberto Brambilla, Presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali ciò non rispecchia la realtà della situazione economica italiana.
Significa in pratica che quasi il 50% degli over 66 anni italiani non sono riusciti a versare neppure 15/17 anni di contributi regolari. Lo studioso evidenzia una contraddizione intrinseca al nostro sistema che di recente ha stabilizzato la spesa per le prestazioni previdenziali ma non ha dato seguito alle “promesse” politiche di rendere efficiente la macchina organizzativa.
"Ad oggi", sottolinea Brambilla, "manca un’anagrafe centralizzata e un adeguato sistema di controlli sulle prestazioni assistenziali".
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)