La bozza in circolazione della legge di bilancio introduce in via sperimentale per il biennio 2024-25 per i lavoratori interamente contributivi (chi è “attivo” dal 1° gennaio 1996) il riscatto agevolato per colmare i cosiddetti “vuoti contributivi”, sulla falsariga del “recupero” della laurea, fino auna massimo di 5 anni, con un meccanismo di 120 rate non inferiori a 30 euro mensili.
E che prevede una correzione del sistema di perequazione con l’aumento dell’indicizzazione dall’85 al 90% per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo Inps, ma accompagnato da un taglio del 10% della rivalutazione degli assegni superiori a 10 volte il minimo Inps (5.254 euro lordi mensili nello schema di inizio 2023, che diventano 5.637 “indicizzati”).
Una rivisitazione che non sembra però confermare, almeno per il momento, la super valutazione delle “minime” per gli over 75 e neppure assicurare ulteriori ritocchi a quelle degli “over 65”. Anche se la partita sull’irrobustimento degli assegni più bassi non appare chiusa: non sono escluse novità già nel testo finale della manovra o con emendamenti in Parlamento.
In ogni caso, al Mef( Ministero dell'economia e delle Finanze) sarà attivata una commissione di esperti per rivedere dal 2027 lo schema delle rivalutazioni. Tra le novità, un giro di vite sui dipendenti pubblici: per quelli che al 31 dicembre 1992avevano fino a 15 anni di anzianità, e che sono ancora nel sistema misto, scatterà una limitazione della quota retributiva della pensione.
(Sintesi redatta da: D'Amuri Vincenzo)