Si chiama Pepper, è alto poco più di un metro e ha una voce piacevole, affatto metallica. È un robot-badante. Anzi, meglio: un «care robot» — programmato dagli ingegneri del consorzio internazionale coordinato dal Dipartimento di Informatica e Robotica (Dibris) dell’Università di Genova — per assistere ventiquattr’ore su ventiquattro anziani, persone con deficit cognitivo oppure con mobilità limitata.
Pepper è stato protagonista di una delle quattro giornate de "Il Tempo della Salute", manifestazione organizzata dal Corriere della Sera-Corriere Salute al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano. L’androide ha dialogato con il suo "creatore" Antonio Sgorbissa, professore di Robotica all’Università di Genova. Il robot, spiega l’ingegnere, chiacchiera, ricorda le cose da fare, si mette in contatto con il personale sanitario e i familiari. Volendo, il piccolo automa saprebbe cavarsela anche in compiti più impegnativi, come accompagnare l’anziano, che magari si sveglia di notte, ad andare in bagno, accendendogli anche la luce. Un robot gemello "lavora" già all’aeroporto di Bologna occupandosi di dare informazioni ai viaggiatori. Sperimentazioni con altri androidi sono in corso in un paio di Rsa.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)