Un studio finlandese durato oltre 25 anni che ha visto coinvolte 3.050 coppie di gemelli, pubblicato sul Journal of Alzheimer’s Disease, ha rilevato che a parità di tutti i fattori che possono entrare in gioco nell’invecchiamento del cervello (malattie croniche come ipertensione o diabete, obesità, vizio del fumo o dell’alcol) e indipendentemente da sesso e livello di istruzione, gli individui che erano fisicamente attivi nella mezza età (svolgendo un’attività fisica moderatamente intensa), da anziani presentavano un rischio ridotto di declino cognitivo. In particolare, confrontando il rischio di deficit cognitivo di un partecipante rispetto al suo gemello, ha mostrato che chi faceva sport 25 anni prima presentava una mente più giovane del sedentario. Dunque l’attività fisica costituisce uno strumento di prevenzione importante con un impatto potenzialmente notevole sull’incidenza della demenza, malattia che ad oggi resta senza una cura.
(Fonte: tratto dall'articolo)