Compiere individualmente le giuste scelte abbasserebbe il numero dei decessi per ictus e malattie del cuore per le quali in Italia muoiono ogni anno circa 127.000 donne e 98.000 uomini, molti anche prima dei 60 anni di età. Oltre che a salvare la vita anche i costi sostenuti dal sistema sanitario sarebbero notevolmente inferiori se venissero a mancare tutti i casi di malattie cardio e cerebrovascolari dovute alle cattive abitudini come fumo, alcol e sedentarietà e sovrappeso. Una attività fisica continuata e di moderata intensità, può essere svolta anche da pazienti in riabilitazione cardiologica. Lo sport, infatti, agisce in modo diretto sull’organismo e inoltre riduce i fattori di rischio vascolare. Nuovi studi ipotizzano che possa avere effetti positivi sul metabolismo del calcio e del fosforo, sulla produzione di emoglobina, sulle fibre muscolari, sul metabolismo ossidativo del fegato, sulla circolazione periferica e sul sistema immunitario; l’attività fisica andrebbe quindi «somministrata», come un farmaco, indicando con quali intensità e frequenza praticarla.
(Fonte: tratto dall'articolo)