Gli italiani vivono di più, gli over 65 sono in media il 22% della popolazione e 19mila ultracentenari, e ciò avrà degli effetti sulla spesa sanitaria pubblica e privata e sull’assistenza e nel long term care. Il rapporto «Osservasalute 2015» presentato all’Università Cattolica del Sacro Cuore a Roma, denuncia fatti positivi ma anche gravi problematiche sullo stato di salute degli italiani, suggerendo che occorre ripensare ad un welfare futuro sostenibile e il più possibile universalistico. Nel 2015 la mortalità ha fatto registrare 54mila decessi in più da un anno all’altro, l’invecchiamento ha continuato la sua crescita. Un italiano su 5 (6,5 milioni contro i 6 della ricerca precedente) ha tra 65-74 anni, il 7,8% (4,7 milioni contro 4) tra 75-84 anni, i grandi vecchi oltre gli 84 anni sono 1,9 milioni (contro 1,7 milioni). Per un totale del 22% della popolazione, ben 13,1 milioni di italiani, over 65. La Campania è la regione più giovane (17,6% sopra i 65 anni) e la Liguria la più vecchia (28% di over 65), ma in generale sono le regioni del Centro-Nord, eccetto la provincia autonoma di Bolzano, quelle più vecchie. Ma l’anno passato per la prima volta c’è stata una battuta d’arresto sull’aspettativa di vita, da 80,3 è scesa a 80,1 anni per gli uomini, e da 85 a 84,7 anni per le donne. Dove molta però è la differenza tra regione e Regione, e una delle cause è sicuramente il flop della prevenzione e la mancata adesione della popolazione ai vaccini. Anche perché le asl in prevenzione spendono il 4,1% di tutta la spesa sanitaria contro il 5% che dovrebbero investire.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)