Dallo studio dell’Ocse è emerso che i lavoratori italiani più anziani sono maggiormente in salute di quelli di altri Paesi e che “le differenze nello stato di salute e nell’aspettativa di vita tra persone che hanno differenti livelli educativi sono relativamente piccole. I lavoratori più anziani in generale, e quelli meno istruiti in particolare, hanno quindi un potenziale significativo per estendere le loro vite lavorative così da assicurarsi un reddito adeguato durante gli anni della pensione». I dati sono supportati dal “Modello della futura anzianità”, elaborato dall’Ocse con lo Schaeffer Center, l’Università di California e il Centre for Economic and International Studies (Ceis) e l’Università di Tor Vergata. E’ una simulazione per vedere cosa succederà nella situazione economica e di salute di una generazione, applicato dall’Ocse a Italia, Stati Uniti e Belgio. Nello studio si analizzano anche le differenze tra sessi e livello di istruzione.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)