Se ne è parlato al congresso della società italiana di urologia oncologica tenutosi a Milano dal 12 al 14 aprile 2018. La multidisciplinarità al servizio della terza età è stato uno dei temi al centro del congresso, poiché per poter elaborare percorsi di cura adatti alla persona anziana, urologi, oncologi e geriatri devono collaborare strettamente al fine di garantire l’appropriatezza diagnostica e terapeutica, ridurre gli sprechi legati a cure ed esami superflui, assicurare il tempestivo accesso a programmi di riabilitazione e supporto. I dati meritano infatti la massima attenzione: «Le neoplasie uro-genitali rappresentano un quinto di tutte le diagnosi di cancro registrate nel nostro Paese» ha detto Riccardo Valdagni, Presidente Nazionale della SIUrO. Tra quelli urologici, il più frequente è il tumore alla prostata, ma quelli a maggior impatto sono il carcinoma del rene e della vescica. Il numero di casi di tumore del rene è aumentato del 7% nell’ultimo quinquennio. E per quello della vescica per il 2020 sono previste oltre 30.300 nuove diagnosi l’anno contro le attuali 27.000. Fortunatamente, grazie alle innovazioni nelle strategie terapeutiche, oggi in Italia l’80 % dei pazienti colpiti da neoplasia genito-urinaria riesce a sconfiggere la malattia.
(Sintesi redatta da: Mamini Marcello)