L’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha coordinato uno studio il cui primo obiettivo è stato quello di progettare un modello in grado quantificare le conseguenze economiche dell’investimento in salute effettuato attraverso le vaccinazioni con particolare riferimento agli adulti in età lavorativa. Lo studio ha quindi stimato i costi sociali di alcune patologie infettive (influenza, pneumococco e herpes zoster) per poi valutare l’impatto in termini di riduzione dei costi per giornate di malattia, impatto sul gettito fiscale e sul ciclo economico dell'investimento delle vaccinazioni nei tre stessi ambiti. E' così che l'analisi ha dimostrato che per ogni euro investito in vaccini in età adulta se ne recuperano in media 2 in termini di gettito fiscale e 16 in termini di maggiore produttività sul lavoro. Ogni euro investito nella vaccinazione ne rende 18 per il sistema economico nazionale. Solo per la vaccinazione antinfluenzale, tra giornate di lavoro che non vengono perse e minore spesa previdenziale, la vaccinazione impatta per 500 euro a persona nell’arco dell’anno. Se si riuscisse a “convincere” 900.000 adulti in età lavorativa in più a vaccinarsi (rispetto ai circa 2 milioni di Italiani che attualmente si vaccinano in età adulta) il sistema economico “guadagnerebbe” ben 450 milioni di euro ogni anno. I numeri sono ancora più eclatanti per i vaccini anti-pneumococcici e per l’herpes zoster i cui effetti si ripercuotono per molti anni dopo l’inoculazione: per ogni euro investito nella vaccinazione anti-pneumococcica l’impatto economico è pari a 19,5 volte l’investimento: per l’herpes zoster si arriva a 21,5 volte.
(Fonte: tratto dall'articolo)