Il Piano nazionale di ripresa e resilienza inviato dal governo italiano a Bruxelles punta a colmare il divario rispetto alle “best practices” europee sull’assistenza agli anziani e a sciogliere una serie di criticità messe in luce dalla pandemia di Covid-19.
In programma dunque, tre miliardi e mezzo di finanziamenti per rilanciare l’assistenza domiciliare degli over 65, riconvertire le Rsa in appartamenti autonomi e aumentare i servizi sociali per gli anziani. Con l’impegno finale a produrre una legge di riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti (quasi 5 milioni entro il 2030), da adottare entro la fine della legislatura (primavera 2023).
Nello specifico, con 3 miliardi di euro, il Piano mira ad incrementare il volume delle prestazioni rese in assistenza domiciliare fino a prendere in carico, entro la metà del 2026, il 10% degli over 65. I principali destinatari di questa azione saranno gli anziani con una o più patologie croniche e/o non autosufficienti. Altri 300 milioni finanzieranno la riconversione delle Rsa con l’obiettivo di aumentare sul territorio gli appartamenti autonomi e attrezzati per anziani con disabilità. L’obiettivo è farli anche prendere in carico dai servizi sociali, in modo da essere seguiti e aiutati nei bisogni quotidiani.
In Italia infatti sono 295.473 gli anziani ospiti dei presidi residenziali socio-assistenziali e socio-sanitari, 233.874 dei quali non autosufficienti (fonte Istat). I posti letto nelle strutture residenziali ogni 100 anziani over 65 sono 1,9 in Italia (5,4 in Germania, 5 in Francia, 4,6 in Austria e 4,4 nel Regno unito). Infine, per garantire più servizi locali, un’altra tranche di fondi finanzierà servizi per gli anziani nel territorio, nell’ottica di favorire la socializzazione e l’assistenza anche per chi resta a vivere a casa.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)