Tanti lavoratori e lavoratrici con contratti a tempo indeterminato ma a part-time verticale ciclico sono costretti a lavorare fino a 70 anni. Sono contratti diffusi nelle aziende dell’agro-alimentare, nel turismo, ristorazione e negli appalti multiservizi degli enti locali. Sono circa, anche se mancano i dati ufficiali, di 100-150 mila lavoratori che ora l’Inps vuole mappare anche perché i sindacati hanno chiesto al governo di porre fine a una disparità che dura da 9 anni. Cioè da quando la Corte europea di Giustizia sentenziato che non ci può essere discriminazione tra part-time verticale (lavoro concentrato in alcuni mesi) e orizzontale (poche ore tutti i giorni dell’anno), a parità di tempo lavorato. In entrambi i casi un anno di lavoro, fatto di 52 settimane, deve valere un anno, mentre nel caso del part-time ciclico nella scuola vale 9 mesi. In questo modo i lavoratori perdono 3 mesi l’anno ai fini dell’anzianità (non certo dei contributi: 9 mesi valgono 9 mesi), spostando l’uscita dalla pensione di un anno ogni 4. Per maturare 20 anni di lavoro infatti occorre lavorarne 23. Per ora l’unico modo per farsi riconoscere il diritto è fare ricorso.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)