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Rogari Marco

Per le pensioni assistenziali platea più larga e più giovane

Il Sole 24 ore, 29-03-2024

Il peso dei trattamenti assistenziali sul totale delle pensioni erogate dall’Inps è lievitato dell’11% negli ultimi 20 anni. L’età media alla decorrenza degli assegni è scesa da 69,5 a 67,9 anni tra il 2021 e il 2023. È quanto emerge dalla serie storica delle pensioni inquadrate nel capitolo assistenza che vengono liquidate dall’INPS. Nel documento, che riporta i dati dell’ultimo monitoraggio dell’Osservatorio, emerge che tra il 2003 e il 2023 il numero di prestazioni assistenziali liquidate ha "una linea di tendenza mediamente crescente". Per venti anni sono stati erogati su base annua 464.851 trattamenti pensionistici riconducibili all’assistenza: nel 2023 si è arrivati a quota 663.705. 

Nel 2020 con 481.033 assegni erogati si è registrato «un brusco arresto della crescita dovuto fondamentalmente alla situazione pandemica che ha causato rallentamenti negli accertamenti medico-legali per il riconoscimento degli stati di invalidità, cecità e sordità civile». 

Nel dossier si sottolinea che anche le percentuali sul totale «hanno una linea crescente» arrivando a valori intorno al 50% dal 2012 al 2019, per poi diminuire nel 2020 al 41% con un successiva impennata al 48,6% nel 2023. L’andamento dell’età media “alla decorrenza” si presenta in versione “saliscendi”. Nel 2003 la “soglia” era a 69 anni per poi lievitare a 70,1 nel 2007, scendere a 68,1 nel 2017, risalire a 69,5 nel 2019 e nel 2021 e calare ancora 67,9 nel 2023. 
Attualmente, al 1° gennaio 2024, nel settore privato risultano complessivamente vigenti 17,7 milioni di pensioni (per una spesa di 248,7miliardi), di cui 13,6 milioni (il 76,7%) di natura previdenziale e 4,1 milioni (il 23,3%) con una fisionomia assistenziale, che costano 25,9 miliardi.

A livello territoriale, in testa alla classifica delle prestazioni assistenziali compaiono Calabria, Campania e Puglia, rispettivamente, con 124, 116 e 109 trattamenti per mille residenti rispetto la distribuzione per età della popolazione. In fondo alla graduatoria si trovano Veneto, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia e Emilia Romagna.

Secondo il monitoraggio il 72,9% dei titolari di pensioni di invalidità previdenziale di sesso maschile ha meno di 70anni, mentre le pensionate titolari della stessa categoria di pensione hanno nel 37,3% dei casi un’età superiore o uguale a 80 anni. Questo dipende dal fatto che gran parte delle pensioni di invalidità liquidate prima della legge 222/1984 è di sesso femminile (fatto dovuto anche alla maggiore longevità delle donne), mentre, l’invalidità previdenziale liquidata con la normativa vigente è una prestazione a carattere maggiormente maschile»: per gli assegni liquidati nel 2022 il tasso di mascolinità di questi trattamenti è stato del 61,7%. Anche nell’invalidità civile i titolari di sesso maschile si concentrano nelle prime classi di età: il 53,6% dei beneficiari di queste prestazioni è sotto la soglia dei 60 anni. La percentuale scende al 31,7% per le titolari di sesso femminile che invece presentano una concentrazione molto alta nelle età avanzate: nel 44,8% dei casi la “soglia” è uguale o superiore a 80 anni.

(Sintesi redatta da: Valerio Maria Urru)

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Autore (Cognome Nome)Rogari Marco
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2024
Pagine
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2024-03-29
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteIl Sole 24 ore
Subtitolo in stampaIl Sole 24 ore, 29-03-2024
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Valerio Maria Urru)
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Parole chiave: Longevità Ricerca Sistema pensionistico