Il Papa nell’ultimo Angelus domenicale di luglio ha rivolto un applauso agli anziani. Sono le persone agli estremi della vita, i nipoti e i nonni, coloro di cui più parla Francesco, quasi a sottolineare che per valorizzare la vita, una sorta di segnale che, proprio ai due capi, il filo che l’attraversa dev’essere più forte e robusto.
Il Papa ha sollecitato i giovani a considerare «ogni anziano un nonno», mostrando come nel suo pontificato non si perde mai di vista l'uomo, e se ne seguono i passi in ogni tratto del cammino. La pandemia ha segnato un cambio di condizione nella vita degli anziani a causa della violenza con cui ha colpito. La 'cultura dello scarto' è stata avversata con forza da Francesco, quella stessa che ha portato, con il coronavirus, alle estreme conseguenze la discriminazione verso i più indifesi. Per questo l’appello per gli anziani va ripreso e visto come un radicale cambio di passo.
La 'cultura dello scarto' ha portato ad un’autentica ecatombe negli Stati Uniti e in Svezia, dove l’ottanta per cento dei decessi è stato nella popolazione con più di 65 anni. E i dati europei dell'Organizzazione mondiale della sanità, segnala che più della metà dei morti per Covid-19 del Continente si sono avuti tra i ricoverati in case di riposo o istituti per anziani. L'affermazione del Papa sul fatto che il posto degli anziani è a casa è un modo indiretto per difendere la famiglia nel suo insieme e vedere la vecchiaia anche come fenomeno di massa nuovo, dovuto all'allungamento della vita media. Il paradosso è quello di aver conquistato più anni, ma di non essere messi nelle condizioni di poterli vivere con interesse e dignità.
«Ogni anziano è tuo nonno» è anche il modo di preparare una specie di rivoluzione a partire dalla tenerezza. Conoscere quindi gli anziani della propria parrocchia e del proprio quartiere per far sentire loro la vicinanza affettiva sono i primi passi di questa "via della tenerezza" che può portare gli anziani lontano.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)