I pensionati italiani che vivono in Uruguay si sono recati fuori dagli uffici della Cancelleria consolare a Montevideo per protestare per le difficoltà incontrate a causa dell’orario ridotto (solo 2 ore il martedì) stabilito per richiedere il certificato di esistenza in vita. Un documento indispensabile per continuare a ricevere la pensione e che deve essere presentato entro il 15 giugno prossimo. Lo riferisce “Gente d’Italia”, il quotidiano dedicato ai nostri connazionali nel paese sud americano. I disagi sono notevoli per persone molto anziane che spesso arrivano accompagnate e si sentono male per le lunghe attese sotto il sole di Montevideo.
“Ho ricevuto la lettera una settimana fa e sono venuto ma credo che questo metodo sia sbagliato” dice Pasquale Sanseverini, di Potenza, accompagnato dalla moglie e dal figlio. “Per noi sarebbe più comodo andare al patronato perché è aperto tutta la settimana. I soldi che arrivano dall’Italia non sono tanti ma di certo aiutano. Abbiamo paura di perderli”. È inaccettabile far fare una coda agli anziani spiega Rolando Rossi del patronato Inca di Las Piedras: “In questi ultimi giorni stiamo ricevendo tantissime visite da parte di pensionati molto preoccupati che non dormono la notte per la paura di perdere uno stipendio che in molti casi può essere fondamentale per poter vivere. Parliamo di gente in avanzata età e con problemi di salute che fa fatica a muoversi. Ci dovrebbe essere un sistema più umano nei loro confronti, la Cancelleria consolare dovrebbe essere aperta almeno tutta la settimana. C’è poco tempo. È una questione di sensibilità. Noi patronati ci siamo offerti per fare i certificati ma ci hanno risposto negativamente”.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)