Illustrato il progetto Agedesign, finanziato con fondi Interreg Italia Austria 2014-2020. Dispositivi non medicali possono offrire un supporto alle persone della terza età. Le aziende sanitarie sono impegnate nella prevenzione del decadimento cognitivo. Ma con il progetto sperimentale Agedesign avviato nel 2017 viene data rilevanza all’invecchiamento attivo. A promuoverlo è stato il Centro produttività veneto (Cpv) di Vicenza che si è avvalso dei fondi Fers nell’ambito del programma Interreg Italia-Austria 2014-2020 e della collaborazione dell’università Iuav di Venezia, dell’università Parsi London di Salisburgo, del Salzburg Rersearch Forschungsgellschaft e dell’Ulss Dolomiti. Nella conferenza stampa del 22 novembre 2019 il direttore generale dell’Ulss Dolomiti Adriano Rasi Caldogno ha illustrato obbiettivi e risultati del progetto. Il direttore dell’Ulss ha precisato: «Si tratta di tecnologie che grazie a dispositivi non medicali possono offrire un supporto a uno stile di vita sano e corretto per le persone della terza età e monitorarne l’attività fisica». Il progetto sperimentale ha creato dispositivi, quali una tuta senza cuciture dotata di sensori per il controllo del movimento e di un kit composto da una stazione di monitoraggio/ricarica abbinato a un bracciale per il controllo del monitoraggio cardiaco e lo stato d’idratazione. Essi sono stati ideati e realizzati per un target di popolazione con più di 55 anni e con una particolare attenzione alla semplicità d’uso e al design. Al termine dell’incontro e a sottolinearne la novità è stato il direttore sanitario Giovanni Maria Pittoni che ha ravvisato in questo progetto prospettive per l’attività fisica e per la promozione di stili di vita consapevolmente più sana.
(Fonte: tratto dall'articolo)