La percezione del proprio stato di salute è una dimensione importante della qualità della vita. Nelle persone anziane in particolar modo, una cattiva percezione del proprio stato di salute è talvolta correlato a un rischio aumentato di declino complessivo delle funzioni fisiche, indipendentemente dalla gravità delle patologie presenti.
Secondo l’indagine condotta da Passi d’Argento nel biennio 2016-2018, l’87% della popolazione con più di 65 anni di età giudica complessivamente positivo il proprio stato di salute (“discreto” il 50%, “bene” o “molto bene” il 37%). Il restante 13% invece ne dà un giudizio negativo, riferendo che la propria salute “va male” o “molto male”.
Sono maggiormente soddisfatte della propria salute le persone più giovani (91% fra i 65-74enni vs 78% fra gli over 84enni), gli uomini rispetto alle donne (91% vs 84%), le persone senza difficoltà economiche (93% vs 72% delle persone che riferiscono molte difficoltà economiche), le persone più istruite (93% vs 83% fra persone con basso livello di istruzione). La divisione geografica è molto chiara e mostra una maggiore prevalenza di persone soddisfatte del proprio salute fra i residenti nel Nord Italia rispetto al Sud. La Regione Piemonte e le provincie autonome di Trento e Bolzano, si distinguono per la maggiore presenza di anziani soddisfatti della propria salute.
La percezione della propria salute rispetto all’anno precedente disegna la progressiva perdita di soddisfazione, legata evidentemente all’avanzare dell’età e presumibilmente all’insorgenza o all’aggravamento di patologie croniche già esistenti, ma mette anche in evidenza come questa progressione sia diversa anche per determinanti sociali: poco più del 30% degli intervistati riferisce di sentirsi peggio rispetto all’anno precedente, ma fra le persone con molte difficoltà economiche questa quota sale quasi al 46%.
Il numero medio di giorni vissuti in cattiva salute, sia fisica che psicologica può considerarsi un indicatore “quantitativo”in base al quale gli anziani intervistati dichiarano di aver vissuto in media 8 giorni in cattiva salute nel mese precedente l’intervista; poco più di 5 giorni sono vissuti per motivi legati a cattiva salute fisica (conseguenze di malattie e/o incidenti); poco meno di 5 giorni sono vissuti per motivi legati a problemi nella sfera psicologica (problemi emotivi, di ansia, depressione e stress). Infine quasi 4 giorni sono stati vissuti con reali limitazioni nel normale svolgimento delle proprie attività, per motivi fisici e/o psicologici.
Questo indicatore riflette lo stesso profilo socio-demografico delle persone non soddisfatte del proprio stato di salute, ovvero di coloro che riferiscono che la loro salute “va male” o “molto male”.
Il numero medio di giorni in cattiva salute totale cresce con l’età (10 giorni fra gli over 85enni), è più alto fra le persone con molte difficoltà economiche (14 giorni) e fra le persone meno istruite (9 giorni), fra le donne rispetto agli uomini (10 vs 6 giorni) e fra le persone con una patologia cronica (8 giorni) aggravandosi fra le persone con comorbidità (13 giorni).
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)