I dati del rapporto Osservasalute 2015 che descrivono una contrazione, minima, nell’aspettativa di vita degli italiani hanno risvolti inquietanti. Tra qui il dato legato alla devolution , spiegano nel gruppo guidato da Walter Ricciardi. La devoluzione, trasformando la nostra Costituzione in senso federalista ha cambiato l’Italia dividendola in venti staterelli, con venti sistemi sanitari non integrati tra loro. Prima del 2001 i cittadini della Repubblica si aspettavano più o meno la stessa vita media. Dal 2001 la forbice si allarga portando chi stava bene a stare meglio ma che stava male, peggio. «Le più in difficoltà sono ancora le Regioni del Meridione e lo scenario è aggravato dalle ripercussioni della crisi economica principalmente sugli stili di vita e, quindi, sulla qualità di vita dei cittadini, soprattutto dei meno abbienti», scrivono Marta Marino e Alessandro Solipaca nella sintesi del rapporto sulle Regioni. Il Mattino di Napoli ha evidenziato che in Campania le più penalizzate siano le donne, con circa cinque mesi di aspettativa di vita in meno. Il sistema sanitario nazionale è stato cancellato prima dalla regionalizzazione e dal saccheggio e infine dalla stretta economica che ha costretto le Regioni a grandi economie. Già nel 2013 la Corte dei conti paventava sempre più «deficit assistenziali» al Sud, nel 2015 la Società italiana di Pediatria ha rilevato che nel Meridione la mortalità infantile è più alta del 30% rispetto al Nord. Paolo De Ioanna e Roberto Fantozzi hanno messo a punto l’«indice di disuguaglianza»: lo stato di salute percepito dai cittadini in rapporto al sistema sanitario di appartenenza e Calabria, Puglia e Sicilia hanno l’indice più alto mentre Toscana, Emilia, Lombardia e Veneto con davanti il Trentino-Alto Adige, il più basso. Il problemi sono legati ai «Lea», i livelli essenziali di assistenza, depressim che nelle Regioni in cattive condizioni finanziarie si debbono pagare tramite il prelievo fiscale aggiuntivo a carico dei residenti. Cosa ingiusta, perché il cittadino paga per una regione che mal gestisce le sue risorse.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)