Le diseguaglianze socioeconomiche sono rilevanti e fanno la differenza in termini di salute. Alla loro rilevanza sulla salute contribuiscono molti fattori, che non dipendono solo dal reddito o dalla disponibilità di beni e servizi essenziali. In Italia, a parità di età, chi si ferma alla maturità ha un rischio di morire maggiore del 16% rispetto a un laureato, chi ha solo la licenzia media del 46%, chi quella elementare del 78%. I «Dati preliminari che stanno emergendo dal progetto europeo Lifepath (www.lifepathproject.eu) suggeriscono che i determinanti socioeconomici, indipendenti dai fattori di rischio tradizionali, rappresentino oggi il terzo fattore di rischio di mortalità dopo il fumo e la sedentarietà in Europa e Stati Uniti», sottolinea Paolo Vineis, coordinatore del progetto. Nel suo libro Status Syndrome, l’epidemiologo inglese Michael Marmot ha spiegato come si potessero mantenere queste differenze anche nei Paesi ricchi, pur in assenza di una deprivazione materiale significativa o di vera e propria povertà: c’entrano gli stili di vita, in particolare la prevalenza di fumo, il consumo di alcol o il tipo di alimentazione, ma interviene anche qualcos’altro. «Il reddito non è l’unico né il fattore principale. Il più importante determinante socioeconomico della salute è il lavoro: averlo, ed esserne soddisfatti. Segue l’istruzione e solo al terzo posto la disponibilità economica», afferma Giuseppe Costa, coordinatore del gruppo di lavoro Equità nella salute e sanità della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni. Non conta quindi solo «il grado in cui le persone hanno capacità di ottenere, gestire e comprendere l’informazione sanitaria di base e i servizi necessari per prendere decisioni appropriate riguardo alla salute». Sempre secondo Marmot, responsabile della Commissione sui determinanti sociali della salute dell’Organizzazione mondiale della sanità, è fondamentale, perfino sul benessere fisico sulla sopravvivenza e sulla salute mentale, anche la percezione della propria condizione nella gerarchia sociale e la sensazione di coinvolgimento e controllo sulle proprie azioni e sulla propria vita.
(Fonte: tratto dall'articolo)