Non convincono le spiegazioni che di solito si danno alla poca attenzione che la politica dedica al tema della non autosufficienza. La prima riguarda il fenomeno della rimozione, per cui ognuno di noi cerca di non pensare al fatto che lui stesso potrebbe diventare, un domani, un anziano non autosufficiente. Non convince perché ormai la non autosufficienza è una realtà già presente nella quotidianità di gran parte di noi e fingere di non vederla è impossibile. La seconda attiene alla scarsità delle risorse che rende difficile, non certo impossibile, riservare una maggiore attenzione alla non autosufficienza da parte della politica. Le risposte possibili vanno ricercate in quattro ordini di motivi :
1) la mancanza di una domanda forte da parte della popolazione interessata, che si lega al venir meno delle aspettative di miglioramento della propria condizione ( una sorta di “rassegnazione” ) e dal profondo radicamento dell’approccio familista alla cura nel nostro paese;
2) la debolezza dei soggetti organizzati che dovrebbero veicolare la domanda di migliori interventi pubblici nei confronti della politica. Questo dato è confermato in tutta Europa e si collega, in parte, al fatto che i sindacati dei pensionati, come attori sociali interessati all’insieme della popolazione anziana, si sono concentrati sulla rappresentanza dei pensionati ( percettori di pensione) e non come persone potenzialmente non autosufficienti ( utenti di Long-Term Care );
3) il limitato numero di solide proposte di miglioramento e/o di vera e propria riforma da proporre a chi decide, a causa di una limitata capacità propositiva, anche da parte del mondo accademico;
4) la competizione tra settori del welfare, che si è manifestata soprattutto dalla scarsità delle risorse a disposizione che , a livello nazionale, ha dato priorità alla povertà e alla disoccupazione rispetto alla non autosufficienza e, a livello regionale, ha riaffermato la prevalenza economica e culturale della sanità acuta rispetto al sociosanitario, anche a causa de ridotto adeguamento del Fondo Sanitario Nazionale.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)