L'autrice, dopo aver analizzato la posizione dell'anziano nell'antichità, quando era considerato importante per la società e, in particolare, per i giovani, passa ad un'analisi della situazione attuale.
L'aspettativa di vita che allora era di 55 anni, oggi in Italia è di 83,1 anni, superati solo dal Giappone dove è di 84 anni. Tale aspettativa è più alta al Nord (84,4 a Trento) che al Sud (la più bassa è in Campania 81,3 anni). Oggi l'anzianità coincide con l'andata in pensione e quindi con la diminuzione di rapporti umani e sociali. Se l'anziano non riesce a trovare altri interessi e attività rischia la depressione ed aumenta il suo senso di inutilità. Anche la famiglia lo vede come un peso, a meno che non sia di sostegno economica per tutti.
Ci vorrebbe pertanto un corso da fare già in età matura, che si potrebbe chiamare verso la senilità, per educare i futuri anziani a dedicarsi, anche dopo la pensione ad attività, in particolare al volontariato, ad accettare la nuova situazione e ad accettarsi.
La vecchiaia deve essere pertanto sinonimo di serenità e coscienza di sé.
"D'altra parte i giovani di oggi sono gli anziani del futuro"
(Sintesi redatta da: Ciannarella Maria Pia)