I tassi di natalità, in Europa, sono ai minimi storici. Nel 2016 sono nati 5,1 milioni di bambini, su una popolazione complessiva di circa 500 milioni, con un tasso di circa 10 nati ogni 1000 residenti. Per l'Italia questo valore scende al 7,8 per mille, il più basso del continente; siamo a meno della metà delle nascite registrate negli anni ’60. Una tendenza che conduce inevitabilmente a un calo demografico e all'invecchiamento della popolazione. Pensare di affrontare un fenomeno così macroscopico sostituendo alle culle i barconi di migranti, come sembra ipotizzare il presidente dell’Inps, significa abdicare alle nostre responsabilità. I temi dell'integrazione e della natalità non dovrebbero essere sovrapposti. Una recente ricerca condotta da tre economisti per l'International Union for the Scientific Study of Population ha evidenziato che, nei paesi avanzati, i fattori cruciali per un aumento della natalità sono l'esistenza di un doppio reddito per la coppia, la diffusione di servizi per l'infanzia e la stabilità del lavoro prima e dopo la gravidanza. Insomma, natalità fa rima con lavoro, con occupazione femminile, con servizi per l'infanzia.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)