L’incontinenza urinaria o fecale colpisce circa sette milioni gli italiani, che, nella maggior parte dei casi, debbono ricorrere all’utilizzo degli ausili assorbenti monouso, cioè i pannoloni. Non è forse noto a tutti che questi ausili sono dispositivi medici e rientrano nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), quindi tra le «prestazioni» che il Servizio sanitario nazionale garantisce a tutti e devono quindi essere forniti gratuitamente a chi ne ha diritto, cioè gli affetti da «grave incontinenza urinaria o fecale cronica». Sono diversi i pannoloni erogabili, come la loro quantità, che può variare da 120 a 150 al mese, a seconda del tipo. Emerge però da uno studio del 2017 di Cergas dell’Università Bocconi e Senior Italia FederAnziani, che l’assistenza sanitaria fornisce solo il 66% degli ausili necessari, lasciando il 34% a carico dei pazienti. Inoltre le forniture di pannoloni variano da regione a regione e anche da un’Asl all’altra, così come le modalità di distribuzione. Anche le tempistiche di consegna variano, perché nei Lea aggiornati non è più previsto il termine di cinque giorni lavorativi. Altro problema è la qualità, poiché molte Centrali di acquisto fanno gare di appalto per la fornitura privilegiando il prezzo a discapito della qualità. Attraverso il «Documento tecnico di indirizzo sui problemi legati all’incontinenza urinaria e fecale» si è cercato di superare le criticità, vengono infatti precisate le aree di intervento, le azioni da implementare e viene raccomandata l’omogeneizzazione della distribuzione e dell’appropriatezza.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)