Una «vera e propria riforma del sistema» chiede il vice presidente del Consiglio regionale, Domenico Pettinari. «In Abruzzo, non c’è una norma regionale che definisca in maniera inequivocabile le caratteristiche oggettive ed i parametri necessari entro cui devono essere classificate le strutture ed i servizi socio assistenziali che sono autorizzati dai Comuni ed accreditati dalla Regione. Le poche regole si rifanno al Decreto Ministeriale 308 del 2001 in cui però si trovano esclusivamente linee guida, poiché il decreto demandava proprio alle Regioni la definizione di una legge e di un regolamento applicabile sul territorio. La legge regionale abruzzese, che avrebbe dovuto assolvere questo compito, è quella del 2005, una norma mai resa operativa per via della mancanza di un regolamento e che ormai risulta anacronistica ed inapplicabile poiché contempla vecchi fondi statali e soggetti che non esistono più, come ad esempio la Provincia».
Ad aggiungere «scompiglio al caos - prosegue il consigliere - è la mancanza di un'anagrafe aggiornata delle strutture: non sappiamo con contezza quante siano quelle presenti sul territorio che hanno autorizzazione e accreditamento e questo rende ancora più difficili i controlli».
«Non è più possibile - conclude - brancolare nel buio normativo e questa esigenza si è rivelata con maggiore intensità a causa dell’emergenza Covid-19 che ha messo la popolazione della nostra Regione in uno stato di allerta. Si pensi alle case di riposo che ospitano i nostri anziani, falcidiate dalla pandemia. Si pensi ai centri per disabili che hanno dovuto chiudere i battenti, mandando a casa assistiti ed operatori».
(Sintesi redatta da: Nardinocchi Guido)