Il direttore scientifico del Programma valenciano di ricerca sui vaccini Covid-19 (Provavac), David Navarro, ha presentato i primi risultati di una ricerca sulla protezione fornita dai vaccini nelle residenze per anziani. La conclusione è che si tratta di una protezione molto alta, dato che il 98,7% delle persone sviluppano anticorpi 3 mesi dopo la seconda dose.
I ricercatori spagnoli, che hanno esaminato un campione di 881 anziani provenienti da 13 centri vaccinati con Pfizer, hanno anche scoperto che i due terzi del restante 1,3% hanno sviluppato un altro tipo di immunità: i linfociti T specifici contro la proteina S del virus. Navarro ha valutato che grazie a questo "studio pionieristico, probabilmente in tutto il mondo", è stata determinata una "risposta soddisfacente degli anziani nelle case di cura al vaccino Pfizer".
Un'altra parte dello studio Provavac si è concentrata sugli effetti collaterali legati all'immunizzazione e alla protezione che i vaccini forniscono nelle case di cura. Per quanto riguarda la prima domanda, l'indagine condotta sugli effetti avversi di questa vaccinazione mostra che "quasi tre persone su quattro (70%) non hanno avuto sintomi o li hanno riportati come lievi". La ricerca indica che tra i cittadini che hanno notato un effetto, il più comune è stato il fastidio al braccio. Il 71% ha riferito di aver avuto qualche disagio il giorno dopo aver ricevuto la dose contro il covid19 e il 90% ha fatto notare di non averli più notati entro una settimana.
Allo stesso modo, il sintomo più comune è stato il malessere generale o l'affaticamento, sofferto dal 46,7% di quei pazienti che riferiscono di aver percepito un effetto collaterale. Tuttavia, lo studio mostra che nel giro di una settimana è scomparso nell'80% dei casi.
Provavac conclude che queste conseguenze dei vaccini Covid-19 sono "sintomi comuni che indicano che l'organismo sta rispondendo al vaccino e genera protezione", nonché che questi effetti "sono coerenti con i dati riportati negli studi clinici e nelle specifiche tecniche di i vaccini”, precisa il comunicato reso pubblico dalla Generalitat. Lo studio è stato composto da 11.000 risposte da 5.500 persone raccolte tra il 19 aprile e il 6 giugno.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)