Anche se dimezzati, gli incentivi per le assunzioni hanno funzionato ancora, dopo il boom del 2015. A settembre i dipendenti a tempo indeterminato sono scesi di mille unità, ma da gennaio l’aumento è di 162 mila in più, soprattutto da posti “stabili con un tasso di occupazione (57,5%) a livello più alto dal 2009. L’aumento di occupazione per i lavoratori anziani, complici l’invecchiamento della popolazione e l’impossibilità di andare in pensione e anche la fiducia che le aziende ripongono nella loro esperienza e maturità, è in continua crescita. Tra gli inattivi, mezzo milione hanno deciso di iscriversi alle liste di disoccupazione con la speranza di trovare un lavoro (con conseguente crescita del tasso di disoccupazione (11,7% contro l’11,5 di agosto). E’ cresciuto il lavoro autonomo sia perché molta gente si mette in proprio che per la ripresa delle collaborazioni occasionali, la “gig economy”, l’economia dei lavoretti: trasporti privati alternativi, progettazione di siti, vendita di prodotti artigianali. Il governo deve ora impedire che la precarizzazione passi attraverso nuovi canali.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)