Si celebra domani la XXII Giornata mondiale dell’Alzheimer, la forma più diffusa di demenza, con un milione e 241mila malati in Italia e quasi 47 milioni in tutto il pianeta. Una patologia ancora sconosciuta su cui la ricerca è impegnata sia ad identificarne le cause che le cure per aiutare i malati, ad oggi lasciati per lo più alle cure delle famiglie. Si calcola ad esempio, che dal 1974 oltre cento anziani italiani con Alzheimer si siano perduti e mai più rintracciati, per questo domani verrà siglato al Viminale un protocollo tra i ministeri di Interni, Salute e Welfare e il Commissario straordinario del governo per le persone scomparse, per dotare i malati di un Gps, in collaborazione con le forze dell’ordine. Al Policlinico Gemelli verrà attivato un nuovo 'Percorso clinico assistenziale', nato da un’iniziativa congiunta della Geriatria e della Neurologia che prevede un sistema di assistenza integrato in grado di fornire diagnosi e terapia in tempi rapidi, grazie alle tecnologie più avanzate. E dell’esperienza personale con l’Alzheimer parla il libro che il giornalista Michele Farina ha dedicato a sua madre, morta nel 2004, e ai dieci anni che il morbo ha impiegato per annientarla, Quando andiamo a casa? (editrice Bur). Un reportage avvincente durato due anni, è l’incontro con decine di altre storie simili alla sua, che è andato a cercare per tutta Italia e non solo, sulle tracce di sua madre ormai perduta.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)