La prestazione universale per gli anziani mette insieme, per un totale di circa 1.350 euro mensili, l’indennità di accompagnamento e l’assegno di cura: 850 euro al mese a una mini platea di 25mila anziani over80, gravissimi e già titolari dell’indennità di accompagnamento, con Isee non superiore ai 6mila euro. Un numero ridotto dei quasi 4 milioni di anziani italiani, a cui andranno 500 milioni di euro nei due anni di test da inizio 2025 a fine 2026. In molti casi questi assegni andranno a coprire spese per badanti che già ci sono nelle famiglie o a sostegno dei caregiver.
Perché in molti casi quello che mancano sono i servizi.Oggi sono disponibili servizi di assistenza, che siano in rsa o domiciliari, per meno di tre anziani su dieci che ne avrebbero bisogno (il 27%). Le rsa nelle regioni del Nord hanno in carico attorno al 10% di chi ha necessità di cura, nel Centro-Sud ci si ferma a numeri molto inferiori, compresi tra l’1 e il 5%, con l’eccezione delle Marche, che raggiungono il 19% degli over75 non autosufficienti. Ma, anche guardando all’assistenza a casa, si legge nel Rapporto Oasi del Cergas, ci si ferma ad una media del 17%.
Con differenze ancor più marcate tra le regioni, si legge nel rapporto Oasi2023 del Cergas: c’è una forbice di ben 67 punti tra il Molise, il caso top in virtù del piano di rientro, che raggiunge oltre due terzi della popolazione over65 non autosufficiente e la Valle d’Aosta e Provincia Autonoma di Bolzano, che ne intercettano circa il 3%. Con differenze ancor più marcate tra le regioni: c’è una forbice di ben 67 punti tra il Molise, il caso top in virtù del piano di rientro, che raggiunge oltre due terzi della popolazione over65 non autosufficiente e la Valle d’Aosta e Provincia Autonoma di Bolzano, che ne intercettano circa il 3%. Di fatto ci troviamo di fronte a tre livelli assistenziali diversi.
Un primo gruppo di regioni, concentrato nel Centro-Nord, in cui viene raggiunto oltre un quarto del target: Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Provincia Autonoma di Trento. Un cospicuo numero di territori che riescono a fornire assistenza al 10-20%: Basilicata, Marche, Puglia, Campania, Umbria, Sicilia, Liguria, Abruzzo, Lazio. Un ultimo gruppo che raggiunge meno del dieci per cento di anziani che hanno necessità di assistenza: Sardegna, Calabria, Provincia Autonoma di Bolzano e Valle d’Aosta. Numeri che, guardando ai dati 2023, dovrebbero aumentare con l’avvio degli interventi finanziati dal Pnrr.
Ma, anche tenendo conto dei miglioramenti attesi in regioni come Sicilia o Campania, o anche guardando alle situazioni più virtuose, parliamo pur sempre di numeri bassi. Il Servizio di Assistenza Domiciliare al massimo raggiunge il 22,2% dei non autosufficienti, rileva Sda Bocconi. Per tutti gli altri l’assistenza a casa si traduce in cura da parte dei familiari o aiuti domestici non specializzati. Sono poco meno di un milione le badanti nelle famiglie italiane stimate, tra sommerso e lavoro regolare, che si occupano dei più anziani.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)