Si chiama "Rsa aperte" la novità che vede la Regione Piemonte impegnata ad aumentare il proprio budget di spesa per consentire ad almeno 2mila anziani ultra65enni di essere curati a casa con assistenza domiciliare infermieristica garantita e concordata anziché essere ricoverati nelle Rsa.
Si tratta di un tassello della rete di assistenza territoriale approvata dalla Giunta regionale nell'aprile del 2015 che avviava il potenziamento dei servizi per la residenzialità attraverso un incremento di risorse (+15 milioni di euro/anno su un budget complessivo di 265 milioni/anno) ed una maggiore flessibilità della rete di offerta: le persone anziane non autosufficienti e le loro famiglie, a parità di condizione di bisogno, hanno la libertà di scelta del luogo e della forma di assistenza.
Per ora si tratta di una tipologia di offerta sperimentale che prevede interventi sanitari flessibili (infermiere, fisioterapista, logopedista) e assistenza tutelare (OSS) erogati al domicilio dalle Residenze Sanitarie Assistenziali per anziani non autosufficienti. Si stima che saranno almeno 300 le figure professionali interessate al progetto e che potranno essere inserite nella sperimentazione con nuove assunzioni. I destinatari sono anziani ultrasessantacinquenni non autosufficienti, riconosciuti in sede di valutazione dell’Unità di valutazione geriatria (UVG) come destinatari di un progetto residenziale, che presentano condizioni sanitarie e socio-sanitarie tali da poter rinviare, almeno temporaneamente, il ricovero in RSA con un intervento sanitario al loro domicilio.
Il progetto durerà fino al 31 dicembre 2018 e le Direzioni Sanità e Politiche sociali lo monitoreranno costantemente per valutarne i benefici.
(Fonte: tratto dall'articolo)