Nel 2016 a Piossasco (TO) erano residenti 2.058 anziani ultra 75enni, mentre erano 1.689 quelli all’interno di una fascia anagrafica tra i 75/85 anni. Su questa parte di popolazione si è concentrato il progetto di welfare de La Bottega del Possibile, escludendo gli anziani in carico ai servizi, in quanto permetteva di realizzare un intervento non solo sull’area dei bisogni assistenziali e di cura, ma anche di agire sulle risorse e competenze delle persone, al fine di metterle a servizio per la comunità.
È stato pertanto estrapolato un campione rappresentativo di 850 anziani, selezionato mantenendo invariata la percentuale della composizione numerica dei nuclei familiari, ai quali è stata recapitata una lettera a firma del sindaco che li informava sulle opportunità del progetto e li invitava ad aderire alle iniziative proposte, avvisando gli stessi che un operatore li avrebbe contattati per una visita domiciliare. Sono state pertanto realizzate complessivamente 956 visite al 31 dicembre 2021, mentre 540 sono stati gli anziani che hanno ricevuto una sola visita domiciliare.
Questa azione ha permesso di coinvolgere più di 350 anziani nei vari laboratori e iniziative, una partecipazione che si è mantenuta costante fino all’esplodere della pandemia. 70, invece, sono stati gli anziani che hanno ricevuto servizi e interventi domiciliari forniti da parte degli operatori della struttura residenziale partner del progetto. I servizi forniti sono stati i più vari, dal pasto al domicilio, al bagno assistito, dal fisioterapista al supporto psicologico. L’RSA “S. Giacomo” è stata una risorsa preziosa della sperimentazione nel corso della pandemia, ha agito come un Centro Servizi a supporto anche della domiciliarità, divenendo un luogo aperto, attraversato dal fuori. Molti dei laboratori venivano realizzati all’interno della struttura permettendo così di coinvolgere anche gli ospiti dellastessa.
La struttura è divenuta così un luogo di incontro, di socializzazione, un luogo nel quale si promuoveva salute; la struttura non era più il luogo terminale, l’ultima risposta del sistema, ma un nodo della rete locale dei serviziterritoriali. I laboratori con le scuole hanno visto la partecipazione di 28 classi, con più di 250 ragazzi, favorendo non solo lo scambio intergenerazionale mala creazione di un ambiente “altro” all’interno della struttura; nel momento in cui i ragazzi varcavano l’ingresso della stessa la meraviglia e lo stupore eranopercepibili nei visi degli anziani che partecipavano ailaboratori di manualità o di narrazione con i bambini delle scuole.
I gruppi di cammino che sono stati generati hanno visto la partecipazione di 120 anziani, ma sono stati gruppi di cammino ai quali hanno preso parte anche un gruppo di anziani della struttura e i ragazzi dellematerne e dell’asilo nido comunale. Si è dato avvio ad un modello di welfare di iniziativa, riconosciuto per i suoi caratteri innovativi, un modello di integrazione che va oltre il socio-sanitario, centrato su un’alleanza virtuosa tra pubblico-privato sociale. La sperimentazione ha consentito di disporre di una fotografia reale della condizione della popolazione anziana, con gli indici di fragilità presenti. Gli operatori e la rete dei soggetti coinvolti hanno agito concretamente lo sviluppo del lavoro di rete e illavoro di comunità, che ha generato nuove collaborazioni e alleanze promuovendo l’empowerment.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)