Intorno al 2045, quando un terzo degli italiani avrà più di 65 anni si avrà un rapporto di pari tra pensionati e lavoratori, cioè ci sarà un trattamento previdenziale per ogni lavoratore, visto che non tutti coloro che sono tra 15 e 64 anni lavorano effettivamente. Ciò comporterà un forte squilibrio, come già si inizia ad avvertire ora, poiché il tasso di occupazione nella fascia di età che va dai 15 ai 39 anni è adesso intorno al 48%, contro una media europea sopra al 62%. Inoltre i contratti a termine riguardano per la maggior parte i lavoratori anziani, mentre i giovani sono occupati con contratti precari. Cosa che porta maggiori rischi di povertà nei nuclei con capofamiglia fino ai 35 anni, 7 punti di incremento, e di oltre 11 fra 35 e 45 anni, mentre per gli ultrasessantacinquenni, l'incidenza si riduce s 4,5 punti e di oltre 3 punti per i pensionati.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)