Quasi la metà degli anziani over 65 abruzzesi non può permettersi una temperatura adeguata in casa con conseguenze gravi anche sullo stato di salute e sulla di mortalità. I dati sono il risultato di un’indagine realizzata, a livello italiano dallo Spi, il sindacato dei pensionati della Cgil e dalla Fondazione Giuseppe Di Vittorio. Del 47 per cento complessivo, il 14 per cento dei pensionati non riesce a mantenere una temperatura adeguata in casa. In Abruzzo, le percentuali equivalgono a 143 mila persone over 65 anni e di queste, 43 mila, si trovano in condizione di forte indigenza, non solo non hanno soldi per riscaldarsi, ma anche per mangiare e provvedere alle elementari esigenze. Infatti, in base ai recenti dati istat, il 50 per cento dei pensionati abruzzesi non supera i 500 euro al mese di assegno mensile, il 75 per cento non supera i 1.000 euro. Le pensioni minime sono complessivamente oltre 116 mila. I poveri energetici, si spiega nella ricerca, sono per lo più anziani soli, vedovi o vedove, che vivono in piccoli appartamenti tra i 40 e i 60 metri quadri, in condomini cittadini e senza grandi attività sociali. Le donne sono la maggioranza. Dal punto di vista territoriale, la quota più sostanziosa di "poveri energetici" si trova in Calabria, 45,4%, cui si contrappone il dato registrato in Toscana, solo il 6,8 per cento. L'Abruzzo si attesta alla media dei 33 per cento circa. Enio Mastrangioli, dello Spi Cgil della Valle Peligna (Aquila) sottolinea che la povertà energetica ha come conseguenza l'aumento dei costi della sanità, con maggiori ricoveri e spesa farmaceutica.
(Fonte: tratto dall'articolo)