I più recenti dati Istat (2016) non collocano gli anziani tra le categorie più esposte alla povertà assoluta e a quella relativa; gli indicatori però dicono che, tale dinamica, non riguarda gli anziani non autosufficienti. Una recente ricerca (Luppi, 2015) individua nel grado di disabilità un decisivo fattore di incremento del rischio di povertà. La ricerca evidenzia che gli anziani con un grado di non autosufficienza moderato o severo presentano una forte probabilità di vivere in una famiglia con un reddito inferiore alla soglia di povertà.
Inoltre, rispetto alla totalità della popolazione over 65, la probabilità di un anziano non autosufficiente di vivere in una famiglia con un reddito sotto la soglia di povertà, aumenta tra gli anni pre e post crisi economica. Se abbinata all’assenza di un partner o convivente, la non autosufficienza diventa un fortissimo fattore di rischio economico.
Gli anziani soli, di norma vedove con bassi redditi pensionistici, affette da disabilità, rappresentano la categoria più esposta all’indigenza e alla povertà. Le famiglie over 65 a basso reddito, con un membro non autosufficiente, spendono per la cura circa il 40% delle loro risorse economiche. Nei prossimi trenta anni la popolazione anziana e ultra anziana (over 80), rappresenterà una fascia molto ampia di italiani, ma non beneficerà di redditi pensionistici generosi. Senza cambiamenti al sistema di cura vigente, i mutamenti demografici in corso comporteranno molto probabilmente un inasprimento della relazione tra non autosufficienza e povertà.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)