Grazie all’aumento dell’aspettativa di vita sempre più persone superano gli 80 anni in Italia. A fronte di questo è però necessario prendere atto delle problematiche dell’anziano di tipo motorio, cognitivo e di tutti gli aumenti di interventi necessari ad un maggior numero di persone anziane. Deve crescere un interesse per la salute intesa come benessere della persona, già oggi tanti anziani si organizzano per vivere al meglio gli anni “guadagnati”, ad esempio la fitness dei 70enni di oggi è quella dei 50enni di ieri. Si deve inoltre pensare ad un riorganizzazione del welfare, con una forte integrazione socio sanitaria. Uno dei concetti chiave è infatti, quello della cura delle persone a livelli diversi, dal buon senso del cittadino fino alla cura sanitaria specializzata nei confronti degli anziani non auto-sufficienti e fragili e tutti integrati fra di loro. L’idea della “persona al centro della cura” sembra interessare più gli operatori e gli esperti che non i cittadini, che difficilmente danno un contributo al tema ed è l’attenzione che più manca, così emerge, analizzando l’operato dei professionisti del-la cura e dei caregiver (familiari e badanti). Si vuole oggi spingere verso una maggiore domiciliazione assistita per gli anziani, anche mettendo a disposizione delle badanti la possibilità di acquisire una preparazione specifica, proprio perché la centralità della persona è ciò che caratterizza la cura, non la sua conseguenza.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)