Il nuovo «prestito ipotecario vitalizio (Piv)» è destinato a costituire una alternativa alla vendita in «nuda proprietà» di un immobile con cui monetizzare il valore della casa, incassando subito i soldi. La nuova normativa ha allargato la platea dei possibili interessati a questa forma di finanziamento abbassando il limite di età a 60 anni. È prevista la possibilità di rimborsare il prestito in qualunque momento e si potranno abbattere gli interessi con pagamenti rateali. Gli eredi, se scelgono di vendere l’immobile, lo fanno al valore di mercato e soprattutto resta in mano al soggetto finanziato la piena titolarità e proprietà della casa. Il ministro dello Sviluppo economico (Mise), Federica Guidi ha firmato il regolamento di attuazione della norma rivisitata e corretta a maggio 2015. «Il prestito vitalizio ipotecario — spiega il ministro Guidi — si pone come alternativo alla vendita dell’immobile attraverso la nuda proprietà. Grazie al prestito i proprietari di casa di età superiore ai 60 anni possono adesso convertire parte del valore del loro immobile in al fine di soddisfare le proprie esigenze di consumo, senza dover uscire di casa o essere costretti a ripagare capitale e interessi sul prestito fino alla scadenza del contratto». Il finanziamento non si estingue solo con la morte del proprietario dell’immobile, ma anche qualora vengano trasferiti in tutto o in parte i diritti reali di godimento dell’appartamento dato in garanzia. Quindi l’anziano può decidere di estinguere anticipatamente il finanziamento e vendere o trasferire gli altri diritti reali sull’immobile in favore di terzi. Inoltre il valore del debito da restituire non può mai essere superiore al valore dell’immobile venduto: così gli eredi non dovranno rimborsare un importo superiore a quello ricavabile dalla vendita della casa ipotecata. Sotto il profilo fiscale c’è l’applicazione dell’imposta sostitutiva agevolata dello 0,25%. In caso chi richieda il finanziamento sia coniugato o convivente more uxorio da almeno cinque anni, e entrambi siano residenti nella casa, il contratto deve essere sottoscritto da entrambi anche se l’appartamento è di proprietà di uno solo di essi, e tutti e due devono aver compiuto 60 anni al momento della firma. Così il credito si estingue solo dopo la morte di entrambi i coniugi o i conviventi.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)