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Prevenire l’alzheimer (di corsa)

Corriere salute, 07-10-2021, p.19

La comunità scientifica tende a concordare sul fatto che, in specifiche aree cerebrali, nuovi neuroni sono in grado di nascere e di integrarsi in circuiti funzionali nel corso dell’intera vita. Grazie all’evolversi di nuove tecnologie si è potuta dimostrare la presenza, in soggetti umani adulti, di un numero sorprendentemente elevato di neuroni neonati nella regione del cervello maggiormente implicata nell’apprendimento e nella memoria, l’ippocampo. Ma allo stesso tempo si è anche dimostrato che la generazione di nuovi neuroni, o neurogenesi, si riduce drasticamente nell’ippocampo durante la malattia di Alzheimer. Sembrerebbe dunque che il declino della neurogenesi preceda l’insorgenza della malattia e anzi che un’alterazione della generazione neurale possa avvenire anni prima dell’insorgenza della malattia.

È fondamentale quindi riuscire a comprendere quali meccanismi siano coinvolti in questi processi, per affrontare farmacologicamente una delle sfide più difficili del nostro tempo. Quasi 10 milioni di persone in Europa sono affette da malattia di Alzheimer e il numero raddoppierà entro il 2050, a causa dell’aumentata aspettativa di vita (Alzheimer Europe’s Report, 2019). Puntare sulla prevenzione è fondamentale. Una costante attività aerobica, come la camminata veloce o la corsa, associata a una dieta corretta, previene il declino cognitivo durante l’invecchiamento, anche attraverso un miglioramento della neurogenesi nell’ippocampo, che può essere l’elemento chiave nel rapporto tra dieta, esercizio e declino cognitivo.

Attività e movimento non solo inducono la formazione di neuroni, ma creano anche le condizioni ideali per la loro crescita riducendo nel cervello il carico infiammatorio, che ha effetti cerebrali dannosi. Allenando il nostro corpo attraverso attività aerobiche quindi alleniamo anche il nostro cervello, creando nel nostro ippocampo un ambiente favorevole alla nascita di nuovi neuroni. L’aumento della neurogenesi nelle prime fasi dell’Alzheimer può proteggere dalla morte delle cellule neuronali a stadi più avanzati della malattia, fornendo una strategia potenzialmente efficace per modificarne il decorso.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Anno Pubblicazione2021
Pagine19
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2021-10-07
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteCorriere salute
Subtitolo in stampaCorriere salute, 07-10-2021, p.19
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
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Parole chiave: Attività fisica Malattia di Alzheimer Ricerca