Uno studio pubblicato su Neuropsychologia dai ricercatori dell’Università Concordia di Montreal, mostra come parlare più lingue oltre quella materna, protegge da deficit cognitivi e dalle demenze, inoltre probabilmente, attenua e rallenta gli effetti della malattia. Gli studiosi hanno sottoposto a risonanza magnetica 30 pazienti affetti da problemi cognitivi lievi (Mci) che non sapevano altra lingua che la propria e altrettanti che ne sapevano due o più. Hanno poi hanno ripetuto i test su 13 malati di Alzheimer di controllo e 13 multilingui. Chi conosceva altre lingue aveva una corteccia (nelle zone associate alla memoria e al linguaggio) più spessa, e la densità delle aree sottostanti era migliore per i multilingui solo nel caso di Mci, ma non di demenza. Questo conferma che l’eventuale effetto protettivo è attivo negli stadi iniziali della malattia.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)