(function() { var ga = document.createElement('script'); ga.type = 'text/javascript'; ga.async = true; ga.src = ('https:' == document.location.protocol ? 'https://' : 'http://') + 'stats.g.doubleclick.net/dc.js'; var s = document.getElementsByTagName('script')[0]; s.parentNode.insertBefore(ga, s); })();
Iscrizione newsletter Chiudi

Registrati alla Newsletter, per essere sempre aggiornato.

* Campo obbligatorio

Indirizzo Email

*

Nome

Cognome

Tipologia Utente:

*
*
Carta d'Identità Centro Studi 50&Più Chiudi

Marmo Raffaele

Prima gli anziani o il futuro dei giovani? L’incubo del conflitto tra generazioni

Il Resto del Carlino, 09-03-2021, p.7

E' rimasto sotto traccia durante tutto questo lungo e terribile anno e, in larga parte, si manifesta tuttora in forma carsica, coperto come è da distinguo e velate ipocrisie.

Ma il conflitto generazionale nonni-nipoti o nonni-figli è uno dei prodotti più avvelenati della pandemia, da un lato, e della sua gestione, dall'altro.

Basti solo riflettere su quello che ha scritto qualche giorno fa Walter Veltroni: "Ora un segnale, vacciniamo i giovani. Proteggere i ragazzi - almeno quelli tra i sedici e i diciotto anni che già oggi possono ricevere uno dei vaccini - e accelerare la sperimentazione già partita per estendere rapidamente l'età di possibile somministrazione, significa non solo consentire agli adolescenti di tornare a vivere ma arginare proprio tra coloro che hanno più possibilità e bisogno di mobilità e relazione, la diffusione del contagio".

La secca risposta del ministro della salute Roberto Speranza: "Le scelte etiche sono sempre rispettabili, ma 6 decessi su 10 riguardano persone con più di 80 anni, vaccinarle significa salvare loro la vita. E' la cosa più nobile che c'è".

Il punto è che il contrasto tra l'esigenza di salvare chi rischia di più per la salute e quella di garantire un futuro a chi studia o produce reddito rinvia a quel conflitto generazionale che esisteva anche prima che esplodesse la pandemia. E del resto è anche per questa contrapposizione pregressa che la pandemia, come spiegano dal Censis, ha fatto emergere  nei giovani "un nuovo rancore sociale alimentato e forse legittimato da una inedita voglia di preferenza generazionale nell'accesso alle risorse e ai servizi pubblici legata alla visione degli over 65 come privilegiati e dissipatori di risorse pubbliche". 

Eppure, un anziano su tre era e resta un aiuto fondamentale per i familiari, come emerge dai dati di Passi d'Argento dell'Istituto superiore di sanità.

(Sintesi redatta da: Nardinocchi Guido)

TORNA ALLA PAGINA PRECEDENTE     AGGIUNGI AI PREFERITI     I MIEI PREFERITI
Autore (Cognome Nome)Marmo Raffaele
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2021
Pagine7
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2021-03-09
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteIl Resto del Carlino
Subtitolo in stampaIl Resto del Carlino, 09-03-2021, p.7
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Nardinocchi Guido)
Volume
Approfondimenti
Marmo Raffaele
Attori
Parole chiave: Rapporti intergenerazionali