E’ sempre maggiore nelle aziende, a causa dell’innalzamento dell’età pensionabile, l’esigenza di costruire per la popolazione senior percorsi per gli ultimi anni di lavoro che prevedano l’adeguamento delle mansioni svolte o l’accompagnamento verso la pensione. Il tasso di occupazione degli uomini 55 e 64 anni è passato dal 42,1% del 2004 al 61,7% del 2016, ed è analogo per le donne. Nonostante questo le procedure organizzative per gestire l’invecchiamento dei dipendenti sono ancora complessivamente poco diffuse, con grosse differenze tra le grandi aziende e quelle medio-piccole. In quest’ultime infatti è stato più facile consentire ai lavoratori senior di adottare orari di lavoro flessibili e, in misura minore, incentivare gruppi di lavoro giovani-anziani o la rotazione delle mansioni. Ci sono ulteriori strumenti che consentono di far transitare i dipendenti verso la pensione, che hanno sostituito gli ammortizzatori sociali, ma, come l’incentivazione economico-contributiva della staffetta generazionale, non hanno riscosso grande successo. Anche il par time incentivato (disponibile nel triennio 2016-2018) che permette di ridurre l’orario di lavoro ma non i contributi previdenziali non ha riscosso grande successo. Anche se lascia una retribuzione netta più alta rispetto alle ore effettivamente lavorate. Per anticipare l’accesso alla pensione che dal 2019 sarà a 67 anni di età sono oggi disponibili l’isopensione e l’Ape. L’“isopensione”(o assegno di esodo) è più tutelante per i lavoratori ed è accessibile ai soli datori di lavoro del settore privato con più di 15 dipendenti. Finora è stata attivata da poche aziende (appena sopra 300) anche se ha un’inclusività di grandissima portata, sette anni di scivolo pensionistico. L’Ape aziendale, disponibile fino al 2019, consente di supportare economicamente (tramite un incremento della pensione futura) il lavoratore che decide di uscire dall’azienda prima di aver maturato i requisiti previdenziali. L'isopensione rappresenta uno scivolo con forti garanzie e larga inclusività; l'Ape aziendale invece appare più agile e “modulabile” da parte del datore di lavoro, ma si rivolge a una platea più limitata e di maggiore età.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)