(function() { var ga = document.createElement('script'); ga.type = 'text/javascript'; ga.async = true; ga.src = ('https:' == document.location.protocol ? 'https://' : 'http://') + 'stats.g.doubleclick.net/dc.js'; var s = document.getElementsByTagName('script')[0]; s.parentNode.insertBefore(ga, s); })();
Iscrizione newsletter Chiudi

Registrati alla Newsletter, per essere sempre aggiornato.

* Campo obbligatorio

Indirizzo Email

*

Nome

Cognome

Tipologia Utente:

*
*
Carta d'Identità Centro Studi 50&Più Chiudi

Loewy Matías

Psicofármacos. Advierten sobre una “alarmante” prescripción en mayores

www.lanacion.com.ar, 17-10-2019

Un nuovo studio del PAMI, l’Istituto Nazionale dei Servizi Sociali per i Pensionati, evidenzia come in Argentina la tendenza degli anziani a fare uso di psicofarmaci abbia ormai raggiunto dimensioni enormi, superando persino Europa e Stati Uniti.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista specializzata Vertex, e si è basato sui dati in possesso del PAMI riguardanti gli over 60 che hanno ricevuto prescrizioni mediche tramite ricetta elettronica. “I risultati devono suonare come un campanello di allarme”, sostiene lo psichiatra Ernesto Bustin direttore dello studio, infatti ad almeno 1.298.425 assistiti è stato prescritto l’uso di un ansiolitico, un antidepressivo o un ipnotico e di questo totale ad almeno 2 terzi ciò si è verificato in 3 o più occasioni. Questa pratica è risultata più abituale in pazienti donne (il 75% contro il 25% degli uomini) e tra i pazienti con più di 75 anni di età. Si calcola che 4 pensionati su 10 prendano questo tipo di medicine almeno una volta l’anno. Ciò che maggiormente causa preoccupazione è che il 67% di questi psicofarmaci sono benzodiazepine: una famiglia di farmaci ansiolitici e ipnotici che “aumentano il rischio di sonnolenza, cadute e deterioramento cognitivo”, sottolinea Bustin, inoltre “causano grave dipendenza e assuefazione il che rende necessario di volta in volta aumentarne la dose, mentre non dovrebbero usarsi per più di 2 settimane consecutive e solo in caso di insonnia e ansia”. Purtroppo molti pazienti sono ormai assuefatti all’uso tanto da non considerarne gli aspetti fortemente negativi e questa abitudine è favorita, sempre secondo Bustin, da una relazione medico-paziente troppo frettolosa e superficiale.

Gerardo Fridman, farmacista laureatosi all’Università di Buenos Aires ha constatato come l’aumento dell’uso di psicofarmaci nel Nord Est dell’Argentina sia triplicato tra il 2004 e il 2013; l'errato uso delle benzodiazepine si deve in gran parte al fatto che vengono prescritte da medici non specialisti: “Non ho mai visto la ricetta di uno psichiatra con un farmaco contro l’ipertensione o l’artrosi, ma vedo cardiologi, endocrinologi e ginecologi che prescrivono clonazepam o alprazolam come se niente fosse”, afferma sulla base della sua esperienza lavorativa.

L’unica via di uscita, secondo Bustin, è che tanto la popolazione quanto i medici imparino a conoscere i benefici e gli effetti contrari di questo tipo di farmacie iniziando il trattamento solo in caso di effettivo bisogno e mai in modo generalizzato.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

TORNA ALLA PAGINA PRECEDENTE     AGGIUNGI AI PREFERITI     I MIEI PREFERITI
Autore (Cognome Nome)Loewy Matías
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione
Pagine
LinguaSpagnolo
OriginaleSi
Data dell'articolo2019-10-17
Numero
Fontewww.lanacion.com.ar
Approfondimenti Online
Subtitolo in stampawww.lanacion.com.ar, 17-10-2019
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
Volume
Approfondimenti
Loewy Matías
Attori
Parole chiave: Depressione Farmaci