Tra i punti principali del Programma operativo (Po) sanitario vi è un dato demografico di partenza: la popolazione pugliese sta invecchiando con i soggetti ultra 75enni passati, in 10 anni, da 321.000 a 425.000, e sarà così anche per i prossimi anni. Quindi il 40% degli assistiti presenta almeno una patologia cronica, assorbendo così l’80% delle risorse sanitarie. Uno dei bisogni della Puglia è quello di incrementare la rete dei servizi puntando sulla prevenzione e quindi riorganizzando e potenziando gli screening e consolidando la pratica vaccinale (per questo sono stati sottoscritti importanti accordi con Federfarma Puglia e Assofarm Puglia). Sul piano dell’assistenza, sono state definite poi due direttrici: rimodulare la rete degli ospedali per garantire tempestività della diagnosi puntando su un numero inferiore di presidi e dando propulsione alla costruzione di nuove strutture e, dall’altro, avviare modelli avanzati di presa in carico delle cronicità anche attraverso la telemedicina. Nel 2017 - prosegue il Po - si è proceduto alla costruzione di reti cliniche, come la rete oncologica pugliese (Rop), attesa da anni, la rete del Parkinson e quella trasfusionale (riorganizzata). Tuttavia restano sul tappeto le problematiche legate alla mobilità passiva, alle lunghissime liste d’attesa, alle strutture spesso inadeguate e all’assenza dei Pta(Presidi Territoriali di Assistenza). La denuncia della Uil è quella di accelerare i processi concorsuali e di stabilizzazione dei precari per migliorare la rete dei servizi sanitari in Puglia.
(Fonte: tratto dall'articolo)