La Regione Puglia, pubblicando sul Burp n.26 suppl. del 28 febbraio 2020 la L.3 del 27 febbraio 2020, ha assunto un ruolo di apripista per quanto attiene la disciplina riguardante il caregiver familiare in quanto ad oggi non esiste neanche una norma nazionale. La legge regionale ha come finalità quella di promuovere e valorizzare la figura del caregiver familiare, ritenuto “componente informale delle rete di assistenza alla persona e risorsa del sistema integrato dei servizi sociali, socio-sanitari e sanitari”.
Tra le principali disposizioni figura quella che nega al caregiver alcun compenso, poichè deve operare in modo volontario, gratuito ed anche responsabile all’interno del Progetto Assistenziale Individuale (Pai) in cui dovranno essere chiarite le attività che il caregiver deve svolgere oltre ai contributi necessari ed i supporti che sia i servizi sociali che sanitari devono fornire per mettere il careviger nella miglior condizione possibile per svolgere il proprio ruolo. Per far si che la persona possa essere assistita al proprio domicilio, il caregiver deve partecipare in modo attivo al percorso di valutazione, definizione e realizzazione del Progetto Assistenziale Individuale (Pai), assumendosi gli impegni che con lo stesso PAI decide di prendere. Un aspetto importante è quello relativo all’accesso od al reinserimento lavorativo del caregiver.
L’attività svolta come caregiver verrà riconosciuta ai fini di una formalizzazione o certificazione delle competenze per il riconoscimento della figura di assistente familiare, oppure tale attività verrà riconosciuta come credito formativo per accedere ai percorsi di formazione per ottenere la qualifica di operatore socio sanitario.Infine è prevista anche l’istituzione di una rete di sostegno al caregiver familiare, costituta dal sistema integrato dei servizi sociali, socio-sanitari e sanitari e da reti di solidarietà.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)